M., laureato in Scienze Politiche, 25 anni:
“Lavoravo una gelateria. I proprietari, dei veri schiavisti. Mangiavo un panino al volo mentre lavoravo e se mi fermavo un attimo mi aggredivano verbalmente. Finito il mese ho dovuto aspettare altri 10 giorni per prendere 600 euro.”
F., ragioniere, 42 anni:
“La scorsa estate 12 ore e 800 euro di paga in una gelateria per non parlare dell’alloggio che versava in condizioni pietose: un appartamentino minuscolo, con una sola finestra. Nemmeno in cucina c’era la finestra e mi hanno consigliato di montare solo una cucina da campeggio perché quell’appartamento non aveva l’abitabilità e in caso di controlli dovevo sparire il prima possibile…portandomi la cucina.”
A., cuoco, 45 anni:
“Ho lavorato per un ristorante. Orari che arrivavano a superare anche le 12 ore al giorno senza pausa e neanche il tempo per mangiare, stipendio da fame (800 euro mensili), Lavoro in nero, alloggio “offerto” dai datori di lavoro dove si dormiva in 5 in un’unica camera, proprietari schiavisti che approfittavano del fatto che pochissimi di noi parlassero tedesco e dell’ignoranza delle leggi tedesche. Quando ho perso il lavoro, ho perso anche la casa e con le buste paga che avevo avuto fino a quel momento non sono riuscito a trovare un nuovo alloggio”
G., laureata in lettere, 35 anni:
“Mi occupavo del bar in una caffetteria frequentata da studenti. Avevo concordato nel contratto una retribuzione netta, non conoscendo le norme in materia di lavoro. Non ho mai ricevuto una busta paga se non quando, alcune settimane dopo le mie dimissioni, il mio ex datore si è visto costretto a consegnarmele. Tutte indicavano un importo netto maggiore di quello che avevo realmente percepito”.